Sono cent’anni che Einstein ci ha convinto che l’universo è una distesa in quattro dimensioni, curvata, distorta, increspata da onde, a causa di oggetti enormi che spesso non possiamo neanche vedere.
Sono più di cinquant’anni che una banda di pionieri cerca di esplorare questa distesa, cercando di captare, con metodi diversi, proprio le increspature dello spazio tempo, le onde gravitazionali,  che devono essere causate anche dagli oggetti più invisibili e misteriosi, almeno secondo Einstein.
Nel magico anno 2016 la fede dei coraggiosi è stata premiata. Un primo debole ma deciso segnale è stato captato dagli strumenti terrestri, ed è iniziata l’astronomia gravitazionale.
Ma la terra è un ambiente rumoroso. Lo spazio tempo qui da noi è curvato da tutto, pure dai treni e dai camion. Se si vuole esplorare lo spazio tempo profondo,  e dare la caccia a  buchi neri grandi come miliardi di volte il sole, bisogna andare nello spazio.
E ancora nel magico 2016, ha preso il volo il primo pezzo di un gigantesco osservatorio spaziale a cui stanno lavorando scienziati di tutto il mondo, un satellite esploratore che deve collaudare gli strumenti che formeranno l’osservatorio.
Vi racconterò di queste ricerche e di questa vita da esploratori.