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La fisica a supporto del territorio per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici che stanno caratterizzando il nostro secolo presentano problemi ambientali, sociali ed economici che gli amministratori di un territorio sono chiamati ad affrontare con adeguate risposte, pianificando le attività, almeno per i prossimi decenni.
Le variazioni climatiche globali inducono pressioni ambientali specifiche in funzione delle peculiarità locali. Per questo motivo è necessario condurre studi mirati a contestualizzare gli scenari di clima futuro alle scale spaziali tipiche delle realtà antropiche e naturali residenti in un’area geografica, che spesso coincide con un territorio di competenza amministrativa e gestionale.
In questo ambito, la fisica dell’atmosfera e dell’ambiente danno un contributo informativo fondamentale, a partire dal quale gli amministratori locali, i portatori di interesse e i cittadini possono sviluppare strategie e adottare piani di adattamento alle mutate condizioni climatiche che in futuro insisteranno sulla zona.
Ne è un esempio la ricerca che il Dipartimento di Fisica, dell’Università di Trieste, sta conducendo, di concerto con la Comunità di Montagna e dei Comuni dell’Alta Carnia, grazie ad una borsa di dottorato finanziata dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, per i Dottorati Comunali, nell’ambito del XXXVII ciclo del Dottorato in Fisica.
Scopo della ricerca è il downscaling, nel territorio dell’Alta Carnia, delle numerose proiezioni climatiche disponibili sul dominio continentale europeo. Tale area regionale è caratterizzata da un’orografia decisamente complessa, in cui i processi fisici atmosferici superficiali e i marcati gradienti di quota determinano le caratteristiche meteorologiche e conseguentemente il clima alla risoluzione spaziale richiesta dai residenti impegnati a fronteggiare le sfide climatiche.
Il progetto di dottorato, nel suo secondo anno, è entrato nel vivo della ricerca, concentrando l’attenzione sull’evoluzione della temperatura dell’aria, sull’Alta Carnia, fino a fine secolo, per ciascuno dei principali scenari di concentrazione di gas clima alteranti, individuati dalla comunità scientifica internazionale [1].
Lo studio condotto ha evidenziato la presenza di un bias che affligge i campi di temperatura generati dalle simulazioni modellistiche e i fondamentali della termodinamica atmosferica hanno portato a scorporare i contributi delle cause che concorrono alla sua esistenza [2].
Inoltre, grazie alla derivazione di una relazione lineare tra l’incremento di temperatura media invernale e l’innalzamento della quota dello zero termico, è stato possibile generare uno scenario evolutivo della quota al di sotto della quale non sarà più presente la neve, in una tipica località sciistica della Carnia. [2]
Come previsto da progetto di dottorato, questi risultati vengono progressivamente trasferiti sul territorio, sia grazie al fattivo coinvolgimento degli enti locali partecipanti al progetto, sia attraverso degli incontri con la cittadinanza. Infatti, a partire dallo scorso autunno, i risultati conseguiti sono stati condivisi con i responsabili della Comunità di Montagna della Carnia e con il centro di informazione europeo al servizio dei cittadini EUROPE DIRECT Carnia. L’ultimo incontro con gli enti locali si è svolto lo scorso 19 settembre a Tolmezzo, mentre il recente incontro con la popolazione si è avuto nel corso della 44esima festa dell’amicizia dei 3 confini, sul Monte Forno, il 10 settembre.
Riferimenti
[1] IPCC Sixth Assessment Report, 2021 https://www.ipcc.ch/assessment-report/ar6/
[2] Sintesi dei risultati del secondo anno di dottorato, dott.ssa Francesca Zarabara
Contatti
Francesca Zarabara (francesca.zarabara@phd.units.it)
Francesco Longo (francesco.longo@ts.infn.it)
Ultimo aggiornamento: 28-09-2023 - 15:39